Ricerca Spirituale

Il Sogno

I sogni, e l’attività onirica in generale, non sono quindi capricci, ma veri e propri messaggi, che ci suggeriscono diverse e sfaccettate prospettive con cui ri-valutare l’esperienza quotidiana.
In questo ciclo di esperienza ed elaborazione dell’esperienza, i ricordi occupano un ruolo senza dubbio centrale. Essi dovrebbero essere la sostanza cognitiva su cui perpetuare il processo evolutivo, vale a dire dovrebbero avere l’unica prerogativa di permetterci di crescere e di imparare dalle nostre esperienze, dai nostri errori.
I ricordi relativi ad input assimilati non hanno nessuna valenza emotiva, rimangono nella sfera del conscio solo se questo serve a proseguire sulla strada. Quel che hai compreso diventa parte di te, non è necessario mantenerne il ricordo; questo a conferma del fatto che la realtà è illusoria, e serve solo alla nostra crescita; questo è anche in sintonia con il distacco e la compassione professate dai mistici.
Le persone invece tendono ad attaccarsi ai ricordi impregnandoli di emozioni, trasformando così qualcosa che dovrebbe essere carburante in pesante zavorra. Questi ricordi intrisi di emozioni legano il passato al presente rendendo difficile la prosecuzione della strada, come fossimo legati ad un lungo elastico.. questi sono i ricordi che devono essere rielaborati ed assimilati, ruminati, e che per questo tornano sempre nel presente, anche attraverso i sogni. Quel che non hai compreso, che l’organismo-mente sa essere necessario alla crescita, viene ri-elaborato fino alla completa assimilazione.
La forma simbolica del linguaggio dei sogni, sebbene intrinsecamente sia una versione essenziale del messaggio di cui è portatrice, ci appare incomprensibile perché valutata dal punto di vista razionale. Il motivo per cui i sogni vengono “ricordati”, è quindi che devono palesarsi alla razionalità della veglia affinchè il soggetto assuma ulteriori strumenti cognitivi (=alimentazione “sottile”) capaci di sciogliere ulteriormente il materiale non ancora del tutto assimilato che ha generato il sogno, ovvero trovare un canale di comunicazione con la totalità di sé, perché solo così l’esperienza può essere totalmente assimilata e trasformarsi in “sostanza dell’essere”.
Il ricordo del sogno dovrebbe quindi essere incluso nell’attività cognitiva razionale al pari delle cose oggettive e tangibili della “realtà reale”, mentre in genere si spende poco più di un pensiero incuriosito.
Ci permettiamo di proporre una rappresentazione grafica di quelli che secondo noi sono i processi inscritti nel “progetto uomo” relativi all’attività onirica e a quella cognitiva/evolutiva in generale, e un approfondimento sulle dinamiche attraverso cui tali processi si attuano.
 
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