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Ricerca Spirituale

La Morte

La morte atterrisce sempre, anche se il defunto era una persona con cui non abbiamo mai avuto legami affettivi; sarà capitato a tutti di trovarsi-costretti dall’etichetta a rimirare per ore la salma di uno sconosciuto... viene naturale cercare almeno di trarne qualcosa di utile. E così osserviamo, contempliamo il morto, che non è più insignificante, ma rivestito di un’immane impenetrabilità, tutt’uno con la morte. E’ grande e ci sovrasta, non se ne vedono i confini.
Ci viene da pensare “pover’uomo, chissà dov’è, come si trova. Deve essere spaesato, confuso, se non terrorizzato...” Ci si immagina vicino a lui, e con una pacca sulla spalla e l’espressione più rassicurante di cui siamo capaci per trovarci a dire qualche parola di conforto, di rassicurazione “vai, questa è un’altra realtà, vai, guarda bene, e non avere paura...”
Abbiamo almeno la consolazione di avergli regalato la preghiera migliore che potesse sperare di avere dopo... il passaggio.
Ma non ci possiamo ingannare, è anche per esorcizzare il nostro di terrore, non solo il suo.
L’unico strumento che ci troviamo a disposizione, almeno per ora, è la capacità deduttiva, che diventa ad un certo punto istinto, visione d’insieme...
Se abbiamo appurato che la legge delle tavole smeraldine “così in alto come in basso” è universalmente valida; se tutto, ma proprio tutto, all’attenta analisi risulta parte di una struttura a frattali, di matematica perfezione
potendo esperire una parte del TUTTO, possiamo sperare di dedurre il TUTTO sebbene con una certa approssimazione dovuta all’imperfezione della mente umana? Così come, se abbiamo 3 numeri della serie di Fibonacci, possiamo dedurli tutti quanti, ma soprattutto, possiamo evincerne il senso, la regola sottostante (cioè ogni numero è la somma dei due numeri precedenti).
Vi ci soffermiamo un attimo, c’è una cosa eccezionale dentro questa serie di Fibonacci, che è possibile vedere con l’aiuto di uno script informatico che dato un numero massimo N calcoli tutti i numeri della serie fino a N, e il rapporto tra ogni numero trovato e quello immediatamente precedente.
Ebbene, è risaputo che tale rapporto è costante, e per questa ragione è stato chiamato “rapporto divino”.
La cosa che fa riflettere però, è che questo rapporto è costante, sì, ma con una certa approssimazione, la quale è sempre meno significativa (tendente allo zero) mano a mano che si sale verso i numeri più alti:

 
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