Cultura Esoterica

Viaggio Astrale

Il viaggio astrale, detto anche O.B.E. (Out of Body Experience), “proiezione fuori dal corpo” o più semplicemente “sdoppiamento” è una particolare tecnica che consente all’individuo di estendere oltre il proprio corpo fisico la parte più “sottile” di sé, il corpo astrale, e di compiere esperienze di notevolissimo interesse, soprattutto sul piano evolutivo.
Fare esercizi di sdoppiamento porta, qualunque ne sia il risultato apparente, ad avere un notevole allargamento della capacità percettiva ed intuitiva e ci educa al distacco dal corpo che si vivrà al momento della morte fisica.
L’uomo ignora la natura del suo stesso essere e dei suoi poteri. Persino l’idea che ha delle proprie limitazioni è fondata sull’esperienza del passato, e ogni nuovo passo avanti nel progresso ingrandisce il suo impero. Non vi è quindi ragione di assegnare limiti teorici a ciò che egli può essere o a ciò che può fare.

“In tre occasioni, mi trovai in un “luogo” che non posso descrivere dettagliatamente, per mancanza di termini appropriati. La visione, l’interpretazione, la “visita” a questo “posto” o modo di essere porta lo stesso messaggio che abbiamo sentito così spesso, vecchio quanto l’uomo. Sono certo che questo “posto” potrebbe anche essere il paradiso ultimo, come lo concepiscono le nostre religioni.
Può anche essere il nirvana, il Samadhi, l’esperienza suprema raccontataci dai mistici di tutte le epoche. Nella sua essenza, è un modo di essere, che viene interpretato dall’individuo in molti modi diversi.
Per me fu un luogo o una situazione di pace pura e contemporaneamente di squisita emozione. Fu come fluttuare in una nuvola calda e morbida, senza alto né basso, dove non esiste nulla che sia un pezzo distinto di materia; il calore non è solo intorno, ma emana da te e ti attraversa. La percezione è annientata e abbagliata dall’Ambiente Perfetto.
La nuvola in cui fluttui è attraversata da raggi di luce in forme e sfumature che cambiano continuamente, in cui ti tuffi e che passano sopra di te. Raggi di luce rosso rubino, o meglio ancora, raggi di qualcosa di più della luce, perché nessuna luce è mai stata così piena di significati. Tutti i colori dello spettro vanno e vengono continuamente, mai bruscamente, ed ognuno di essi porta una dolcezza o una felicità diversa. È come se fossi dentro alle nuvole che circondano un eterno tramonto, come se ne facessi parte, e cambi man mano che cambia il colore vivo che ti circonda e ti penetra. Rifletti ed assimili l’eternità dei blu, dei verdi, dei gialli, dei rossi, e la complessità delle sfumature intermedie. Tutto ti è familiare. È questo il “tuo” posto. Sei a Casa.
Mentre ti muovi lentamente e senza sforzo nella nuvola, sei circondato dalla musica. È qualcosa di cui non ti rendi conto.
È una cosa continua, e tu vibri in armonia con la musica. E qualcosa di più della musica che conosciamo nel mondo fisico. Solo quelle armonie, quei paesaggi melodici delicati e vibranti, il contrappunto polifonico, i toni sconvolgenti, solo questi hanno risvegliato quell’emozione profonda, incoerente. Non c’è niente di terrestre. Cori di voci simili a quelle umane echeggiano, in canzoni senza parole. Armonie infinite, in tutte le possibilità più sottili, si intrecciano in temi ricorrenti e crescenti, e tu rifletti la stessa armonia. Non c’è alcuna fonte da cui venga la Musica. È dappertutto, intorno, è in te, tu sei parte di essa, tu sei la Musica.
È la purezza di una verità che avevi appena intravista. È questa la felicità; i piccoli assaggi che ne avevi avuto nel mondo fisico ti avevano fatto sperare nell’esistenza del Tutto. L’emozione senza parole, il rimpianto, la nostalgia, il senso del destino che avevi provato nel mondo quando guardavi un tramonto splendente di nuvole alle Hawaii, quando stavi in silenzio fra gli alberi alti e fruscianti di una foresta, quando una musica, una melodia, una canzone ti riportavano i ricordi del passato o ti davano una nostalgia senza ricordi, quando ripensavi alla tua casa, alla tua città, alla nazione, alla famiglia, tutto adesso si esprime e si placa. Sei a Casa. Sei nel tuo posto. Sei dove avresti sempre dovuto essere.
E non sei solo. Insieme a te, accanto a te, dentro di te ci sono gli altri. Non hanno nomi, non li vedi come forme distinte, ma sai che ci sono e sei legato a loro da un’unica coscienza comune.
Sono esattamente come te, sono te, e come te, sono a Casa. Senti ciò che loro sentono, come se impulsi elettrici leggerissimi ti attraversassero; una pienezza d’amore, di cui tutte le tue passate esperienze non sono state che frammenti, pezzetti incompleti. Qui, l’emozione non ha bisogno di essere espressa o dimostrata. Dai e ricevi, automaticamente, senza alcuno sforzo. Non hai bisogno di ricevere e non devi dare. Non c’è più “apparenza”.
Il flusso, lo scambio avviene naturalmente. Non ci sono differenze di sesso, tu stesso sei parte del tutto, sei maschio e femmina, positivo e negativo, elettrone e protone. L’amore fra uomo e donna parte da te e arriva in te; il padre, il figlio, il fratello, l’idolo, l’idilio, l’ideale, tutto è mescolato in morbide onde che sono attorno a te, in te, attraverso te. Sei in armonia
perfetta perché ti trovi nel “tuo” posto. Sei a Casa. Calato in questo “luogo” senza tuttavia farne parte, vedi la fonte di tutte le tue esperienze, di te stesso, della vastità che va ben oltre la tua capacità di percezione e di immaginazione.
Qui, si conosce e si accetta facilmente l’esistenza del Padre. Il Vero Padre. Il Padre, Creatore di tutto ciò che è e che fu. Tu sei solo una delle sue innumerevoli creature. Come e perché, non lo sai. Non ha importanza. Sei felice solo perché sei nel tuo Posto Giusto, nel posto a cui appartieni.”
Estratto da: “I miei viaggi fuori dal corpo” di Robert Monroe

 

 
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